Il blog nasce dal desiderio di creare uno spazio.. una specie di diario di bordo, dove riportare e fissare suggestioni ed eventuali approfondimenti che emergeranno durante l'anno scolastico. L'insegnamento di ICR offre la possibilità di indagare all'interno di un ventaglio di tematiche molto ampio. Lo stesso termine religione (re-ligare), che significa integrare, unire, tenere insieme, definisce l'ampiezza e la multidimensionalità dell'argomento, e mi sono accorto che è davvero un peccato lasciar cadere le intuizioni, le domande, le inquietudini che i ragazzi si e mi pongono.

Parlare di religione significa parlare della storia dell'uomo, della sua relazione con Dio e indisgiungibilmente del suo rapporto con il mondo, quindi è un parlare, un dialogare che apre lo spazio e il tempo dei ragazzi all'aisthesis: alla sensibilità per la vita e per la sua bellezza.

Sono convinto che i nostri giovani non solo sono pronti, ma hanno bisogno di avvicinarsi al discorso teo-logico e antro-pologico con un linguaggio adatto, fresco, magari a volte non proprio appropriato e discutibile, ma che parli di loro e sappia a loro parlare..

Buona lettura !



venerdì 30 gennaio 2015

Libertà e giustizia

Importante guida spirituale per il suo paese, lo si conosce soprattutto col nome di Mahatma, appellativo che gli fu conferito per la prima volta dal poeta Rabindranath Tagore. Un altro suo soprannome è Bapu, che in hindi significa "padre". Gandhi è stato una delle guide  e dei teorici del satyagraha, la resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l'India all'indipendenza. Il satyagraha è fondato sulla satya (verità) e sull'ahimsa (nonviolenza). Con le sue azioni Gandhi ha ispirato movimenti di difesa dei diritti civili e personalità quali Martin Luther King, Nelson Mandela e Aung San Suu Kyi. Quando una ditta indiana lo incarica di difendere una causa entra in contatto con l'apartheid (segregazione dei neri), ma viene soprattutto a contatto con il pregiudizio razziale e con le condizioni di quasi schiavitù nelle quali vivono i suoi 150 mila connazionali. Questa situazione lo porterà a un'evoluzione interiore profonda. Diversi aneddoti sono stati raccontati direttamente da Gandhi a titolo di «esperienze di verità» e meritano di essere riportati per capire questo cambiamento: un giorno, in un tribunale di Durban, il magistrato gli ordina di togliere il turbante. Gandhi si rifiuta di obbedire e viene espulso dal tribunale. Si fa espellere anche da un treno a Pietermaritzburg, non avendo accettato di passare dal vagone di prima classe in quello di terza classe, dato che possedeva un biglietto valido per la prima classe. In seguito prende una diligenza ed il responsabile prima gli vieta di viaggiare all'interno con gli altri passeggeri europei e poi lo picchia perché si rifiuta di spostarsi sul predellino. Questi incidenti, descritti in diverse biografie come punto di svolta della sua vita, sono anche quelli che hanno agito da catalizzatore per il suo militantismo. In quanto testimone diretto dell'intolleranza, del razzismo, dei pregiudizi e dell'ingiustizia verso gli indiani in Sudafrica, Gandhi comincia a riflettere sullo stato del suo popolo e sul proprio posto nella società. Questi ed altri episodi lo convincono a prendere parte attiva nella lotta contro i tiranni a cui sono sottoposti i cittadini indiani nel Natal: scrive numerose lettere di protesta alla stampa, indice a Pretoria una riunione a cui prendono parte tutti i connazionali del Sudafrica pronunciando il suo primo discorso pubblico e redige una domanda di protesta.

"Non vale la pena avere la libertà se questo non implica avere la libertà di sbagliare." -Gandhi
Arianna Bricconi

giovedì 29 gennaio 2015

Madre Teresa di Calcutta nasce Skopje nel 1910 in una benestante famiglia di genitori albanesi originari del Kosovo. All' età di otto anni rimase orfana di padre e la sua famiglia si ritrovò in gravi difficoltà economiche. All' età di quattordici anni partecipò alle attività di chiesa soprattutto il coro, il teatro e l' aiuto alle persone povere. Nel 1928 a diciotto anni, decise di prendere i voti entrando come aspirante nelle Suore di Loreto. Nel Gennaio del 1929 raggiunse l' India dove si situò a Calcutta studiando l'inglese e il bengala insegnando nella scuola del convento. Svolse anche un' attività come aiuto infermiera che la misero a contatto con i malati. Nel 1931, prese i voti temporanei assumendo il nome di Maria Teresa.  Dopo aver peso i voti tornò a Calcutta dove restò per 17 anni insegnando storia e geografia nel sobborgo di Entally. Nell' agosto del 1946 Calcutta fu teatro di scontri sanguinosi e Madre Teresa, uscita per trovare del cibo, rimase sconvolta. In lei cominciò a maturare una riflessione che l'avrebbe condotta presto alla svolta decisiva della sua vita. La sera del 10 Settembre fu la notte in cui si mise in contato estremo con la vita delle persone più povere. Così decise di mettersi al servizio dei più poveri tra i poveri come si sentiva chiamata a fare. Madre Teresa decise di dedicarsi alla piaga della lebbra e nel 1957 con l'aiuto di un medico cominciò ad accogliere ed ad assistere ai lebbrosi , in seguito aprì un centro per i malati di lebbra (1958). nel 1979 ricevette il premio Nobel per la Pace e con il ricavato di 6000 dollari decise di destinarli ai poveri di Calcutta. nel 1997 lasciò la guida delle missionarie di Carità . A Marzo incontrò per l'ultima volta Papa Giovanni Paolo II. Morì a Calcutta il 5 Settembre 1997.

Secondo me Madre Teresa ha avuto molto coraggio nel seguire e realizzare gran parte delle sue idee. Lei era libera di scegliere una vita agiata ma aveva il desiderio di aiutare le persone povere. Madre Teresa è un grande esempio da seguire per tutti perché ha messo tantissimo impegno anche in situazioni drammatiche e difficili. Camilla Gardella

Papa Francesco


Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio) nasce a Buenos Aires il 17 dicembre del 1936 ed è papa dal 13 marzo 2013. Jorge è molto famoso rispetto ai suoi predecessori perché i cristiani, soprattutto gli adolescenti, lo sentono più vicino a loro; Papa Francesco ad esempio è sempre stato molto vicino a noi ragazzi (un esempio ne è la foto qui sopra); Bergoglio ha anche dedicato sempre grande attenzione alle persone che vivono ai margini della società, tanto da affermare che il potere del Papa deve essere il servizio, specie ai più poveri, ai più deboli e ai più piccoli. In quest'ottica, desidera una Chiesa vicina all'umanità e alle sue sofferenze. In una riunione dei vescovi latino-americani nel 2007 Bergoglio dichiarò: "Viviamo nella parte più ineguale del mondo, che ha fatto crescere ancora di più la miseria. L'ingiusta distribuzione dei beni persiste, creando una situazione di peccato sociale che grida al cielo e limita le possibilità di una vita più piena per così tanti dei nostri fratelli". Bergoglio continuò la sua relazione descrivendo il debito sociale come "immorale, ingiusto e illegittimo", specialmente quando si verifica in una nazione che possiede le condizioni economiche necessarie per evitare i danni della povertà. Egli reclamò una risposta etica culturale e solidale per saldare il debito sociale nei confronti di milioni di argentini, per lo più bambini e giovani, affermando che è imperativo lottare per cambiare le condizioni che generano questa situazione. Il papa ha anche un' ideologia molto netta per quanto riguarda le persone omosessuali, che io personalmente appoggio molto, ecco cosa ha detto: "Mah! Io ancora non ho trovato chi mi dia la carta d’identità in Vaticano con “gay”. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega in modo tanto bello questo,e dice: “non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società”. Il problema non è avere questa tendenza, no, dobbiamo essere fratelli, perché questo è uno, ma se c’è un altro, un altro. Il problema è fare lobby di questa tendenza: lobby di avari, lobby di politici, lobby dei massoni, tante lobby. Questo è il problema più grave per me."

Io adoro i piccoli gesti di papa Francesco, ma che possono significare moltissimo; come ad esempio che il Papa vuole avere un contatto diretto con la gente e non ama per questo la papamobile chiusa: è «una latta per sardine». È lo stesso Bergoglio a dirlo in un'intervista alla tv spagnola 'Cuatro".  Alla domanda se non abbia timori per la sicurezza risponde: «Tutto è nelle mani di Dio». «Nel viaggio in Brasile era tutto preparato e giravo chiuso nella papamobile. Io non voglio salutare la gente da dentro una latta di sardine». Papa Francesco è diverso dal resto dei suoi predecedssori: lui è vero, concreto e fiducioso della gente che lo circonda, cosa che non molte persone sanno essere.

Papa Francesco ha avuto molta stima da parte mia grazie a questo avvenimento:“Non lasciatevi rubare la speranza, non abbiate paura, guardate avanti al futuro”. Immancabile la telefonata di Papa Francesco ai 30mila scout arrivati a San Rossore, in provincia di Pisa per il raduno della Route Agesci. Bergoglio li aveva salutati all’Angelus in piazza San Pietro il 3 agosto scorso mentre erano in partenza per il raduno in Toscana. “L’umanità – ha detto loro il Papa – ci guarda e guarda anche a voi in questa strada di coraggio. E ricordatevi: la pensione arriva a 65 anni! Un giovane non deve andare in pensione, mai! Deve andare con coraggio avanti”. Alle 11 in punto la telefonata di Bergoglio è stata accolta da un grande boato di entusiasmo. “Il mondo ha bisogno di giovani coraggiosi non timorosi – ha affermato il Papa -. Di giovani che si muovano sulle strade e non che siano fermi: con i giovani fermi non andiamo avanti! Di giovani che sempre abbiano un orizzonte per andare e non giovani che vanno in pensione! È triste guardare un giovane in pensione. No, il giovane deve andare avanti con questa strada di coraggio. Avanti voi! Questa sarà la vostra vittoria, il vostro lavoro per aiutare a cambiare questo mondo, a farlo molto migliore. So che avete riflettuto sull’ apocalisse, pensando alla città nuova. Questo è il vostro compito: fare un città nuova. Sempre avanti con una città nuova: con la verità, la bontà, la bellezza che il Signore ci ha dato”. 

Camilla Castagnetti

venerdì 23 gennaio 2015

 Madre Teresa di Calcutta (1910-1997)
Madre Teresa di Calcutta (1910-1997)    
Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto riguarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Gesù”. Di conformazione minuta, ma di fede salda quanto la roccia, a Madre Teresa di Calcutta fu affidata la missione di proclamare l’amore assetato di Gesù per l’umanità, specialmente per i più poveri tra i poveri. “Dio ama ancora il mondo e manda me e te affinché siamo il suo amore e la sua compassione verso i poveri”. Era un’anima piena della luce di Cristo, infiammata di amore per Lui e con un solo, ardente desiderio: “saziare la Sua sete di amore e per le anime”. 
Nel 1950, Madre Teresa fondò la congregazione delle Missionarie della carità, la cui missione era quella di prendersi cura dei "più poveri dei poveri" e di tutte quelle persone che si sentono non volute, non amate, non curate dalla società, tutte quelle persone che sono diventate un peso per la società e che sono fuggite da tutti". Le prime aderenti furono dodici ragazze, tra cui alcune sue ex allieve alla Saint Mary. Stabilì come divisa un semplice sari bianco a strisce azzurre, pare fu scelto da Madre Teresa perché era il più economico fra quelli in vendita in un piccolo negozio ma soprattutto perché aveva i colori della casta degli intoccabili, la più povera dell'india.
Il numero di persone che desideravano seguire l'esempio di Madre Teresa crebbe rapidamente, tanto che le stanze messe inizialmente a disposizione da Gomes si rivelarono presto inadeguate. Nel febbraio 1953 le suore poterono quindi spostarsi in una nuova sede a 54A Lower Circular Road, messa a loro disposizione dall'arcidiocesi di Calcutta, che ospita tuttora la casa madre delle Missionarie della Carità. Lo stile di vita voluto da Madre Teresa, ispirato in parte a san Francesco, prevedeva un'austerità rigorosa, in linea con la condizione di vita dei poveri e con la necessità di preservare gli ideali del nuovo ordine. Per dieci anni Madre Teresa operò solo nel territorio di Calcutta: nel 1959 aprì infine una nuova struttura a Ranchi, nello stato indiano dello
Jharkhand. Nel 1979 ottenne il Premio Nobel per la Pace. Tra le motivazioni, venne indicato il suo impegno per i più poveri tra i poveri e il suo rispetto per il valore e la dignità di ogni singola persona.
Madre Teresa rifiutò il convenzionale banchetto cerimoniale per i vincitori, e chiese che i 6000 dollari di fondi fossero destinati ai poveri di Calcutta, che avrebbero potuto essere sfamati per un anno intero: "le ricompense terrene sono importanti solo se utilizzate per aiutare i bisognosi del mondo".
Il 13 marzo 1997 lasciò definitivamente la guida delle Missionarie della Carità, alla cui guida subentrò suor Nirmala Joshi. A marzo incontrò papa Giovanni Paolo II per l'ultima volta, prima di rientrare a Calcutta dove morì il 5 settembre seguente, all'età di 87 anni.


Silvia, 23-01-15.

venerdì 9 gennaio 2015

Trasformazione, Rispetto, Amicizia





Caro amico ti scrivo" di Lucio Dalla       

                   
Questa canzone parla da sola. Oggi in classe, ascoltando questa canzone, il Prof. ci ha fatto pensare al vero e proprio significato di questo brano, soffermandoci un po' di più questi due periodi "Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione tutti quanti stiamo già aspettando..." e "Vedi caro amico cosa si deve inventare per poter riderci sopra... per continuare a sperare..."
Dopo un po di "ragionamenti" insieme siamo arrivati a una conclusione: Lucio Dalla in questo brano esprime una sorta di opinione cioè Dalla SPERA IN UNA TRASFORMAZIONE con più gioia, con più rispetto verso gli altri... la speranza che porta ad immaginare, un futuro migliore, ma forse irrealizzabile.
                                                                                                                                                      Flavia 3C                                                              

Fiducia, amore, responsabilità..


Bacco e Arianna sono spesso raffigurati insieme innamorati ed ebbri.

 


Arianna era la figlia del re di Creta, Minosse ( e della maga Pasifae) il quale aveva imprigionato il Minotauro, mostro mezzo uomo e mezzo toro, in un labirinto costruito da Dedalo, da cui era impossibile uscire.
Ogni anno sette fanciulle o sette fanciulli ateniesi venivano date in pasto al mostro, finché Teseo, figlio del re di Atene, si nascose fra le fanciulle da sacrificare col proposito di uccidere il mostro.

Arianna e Teseo si innamorarono e quando fu il turno di Teseo di entrare nel labirinto, questi dipanò lungo la strada un rocchetto di filo, fornitogli da Arianna, (su suggerimento di Dedalo ) che serviva ad orientarsi, ma anche a trovare la strada del ritorno. Teseo uccise il Minotauro e, riavvolgendo il filo, riuscì ad uscire dal labirinto. 
Successivamente Teseo ed Arianna fuggirono insieme da Creta e si fermarono sull'isola di Nasso dove però lui confessò ad Arianna che aveva solo finto di amarla, per avere il suo aiuto per uccidere il mostro. La ragazza depressa voleva uccidersi e il giovane prima di questo evento decise di scappare e torna così ad Atene. Arianna, rimasta sola, iniziò a piangere confidando il suo dolore a delle giovani Ninfe, che per distrarla le raccontarono di una nave appena approdata con un dio a bordo, il giovane Dionisio o Bacco( per i Romani) figlio di Giove.
Subito il fanciullo se ne innamorò follemente, stette  così vicino ad Arianna la quale gli  raccontò del suo amore per Teseo, che aveva aiutato nel Labirinto, raccontò della promessa di Teseo di ricambiare il suo aiuto prendendola in sposa e del tradimento del ragazzo che una volta ricevuto l'aiuto abbandonò la giovane fanciulla sulla riva del mare. Dioniso aveva partecipato con tutto il suo animo al racconto di questa storia d'amore e tradimento; quando Arianna smise di piangere  lui le chiese di diventare sua moglie. Sorpresa Arianna tacque, allora Dioniso prese la corona gemmata che portava e la posò sul capo della donna, quel gesto valeva più di un giuramento e Arianna ne comprese subito il significato. Zeus acconsentì alle nozze dal cielo, trasformando quella corona in stelle. Alle nozze assistette tutta la corte di Dioniso, che col capo ricoperto di ghirlande di pampini e agitando il tirso, si mise a cantare un gioioso epitalamio. Un carro d'oro, tirato da sei pantere, trasportò i giovani sposi in una dimora sconosciuta. 



Ho scelto questo racconto perché secondo me rappresenta la fiducia che Arianna ha riposto in entrambi i ragazzi, dandogli libertà e amore. Però Teseo aveva delle responsabilità e promesse da mantenere che non riuscì a tenerne fede. Questo mito poi si conclude in modo positivo perché c'è stato amore e fiducia.



Silvia 3*C 09-01-15, buona giornata.